I nostri timori si sono purtroppo avverati. La Suprema Corte di Cassazione ha definitivamente chiuso il caso Newo, confermando la decisione di realizzare l’impianto di ossicombustione tra Bari e Modugno, nonostante le evidenti criticità emerse nel corso degli anni.
Noi di “Ambiente è Vita”, noi del Coordinamento “No inceneritore-No NewO”, abbiamo lottato strenuamente contro questo progetto, fin dall’inizio, con la convinzione che un simile impianto avrebbe solo peggiorato le condizioni ambientali e sanitarie del territorio. Ma oggi ci troviamo di fronte a una sentenza che conferma la costruzione dell’impianto, ignorando le problematiche che da tempo abbiamo sollevato.
Cosa ha deciso la Cassazione sulla Newo
Con l’ultima ordinanza, la Cassazione ha respinto il ricorso per revocazione presentato dal comitato “No Inceneritore” (da non confondersi col Coordinamento “No Inceneritore-No NewO” di cui facciamo parte), confermando così la decisione del Consiglio di Stato del 2022, che aveva ribaltato la prima pronuncia del Tar di Bari. In sintesi, la sentenza del 2018, con cui la Regione Puglia aveva dato il via libera alla costruzione dell’impianto, rimane valida.
Ma cosa significa, in termini concreti, la realizzazione dell’impianto Newo?
Purtroppo, per il territorio, i costi non saranno solo economici. Il vero prezzo da pagare sarà la salute pubblica e l’ambiente.
Gli impatti di Newo su salute e ambiente
1. Emissioni Tossiche
L’impianto di ossicombustione previsto dalla Newo rilascerà nell’aria una serie di sostanze estremamente pericolose:
- Diossine e furani: Composti tossici che possono causare danni irreversibili al sistema immunitario, endocrino e nervoso. Sono classificati come cancerogeni e possono accumularsi nei tessuti umani.
- Particelle PM10 e PM2.5: Polveri sottili che penetrano nel sistema respiratorio umano, causando problemi respiratori, asma, e aumentando il rischio di infarto e ictus.
- Metalli pesanti: Come arsenico, mercurio e piombo, le cui esposizioni prolungate possono portare a disturbi neurologici, danni agli organi interni e tumori.
2. Inquinamento dell’aria
Oltre alle sostanze tossiche, l’impianto emetterà grandi quantità di ossidi di azoto (NOx) e anidride carbonica (CO2), contribuendo all’inquinamento atmosferico, al cambiamento climatico e alla compromissione della qualità dell’aria, già fortemente deteriorata nell’area industriale di Bari-Modugno.
3. Attrattore di rifiuti
Un’altra grave preoccupazione è che l’impianto Newo potrebbe diventare un vero e proprio “attrattore di rifiuti”. Questo significa che la struttura potrebbe ricevere rifiuti non solo dal territorio locale, ma da altre regioni o Paesi, peggiorando il traffico pesante e l’inquinamento nella zona.
4. Le Perle Vetrose: un residuo inutile
Newo sostiene che l’ossicombustione produrrà delle cosiddette “perle vetrose”, che potrebbero essere utilizzate in edilizia. In realtà l’Europa non ha mai ratificato queste perle come “End of Waste” (materiale non più classificato come rifiuto), e pertanto, queste rimangono rifiuti da gestire e smaltire.
5. Compromissione della fauna e degli ecosistemi
L’inquinamento atmosferico e il rilascio di sostanze tossiche minacciano gli ecosistemi circostanti, danneggiando la flora e la fauna locale, ben aldilà della Zona Industriale di Bari. Questi fattori possono compromettere la biodiversità e alterare irreversibilmente gli equilibri naturali.
6. Inefficacia nello smaltimento dei rifiuti
Contrariamente a quanto promesso, l’impianto Newo non risolverà il problema dello smaltimento dei rifiuti locali. Infatti, le quantità di energia prodotta e materiali secondari saranno minime rispetto all’impatto negativo complessivo sul territorio e sulla salute dei cittadini.
La lunga battaglia di AèV e il Comitato “No NewO”
Da anni, il Coordinamento di associazioni e comitati “No inceneritore-No NewO”, ha denunciato i pericoli legati a questo progetto, sostenendo che esistono alternative più sostenibili per la gestione dei rifiuti. La nostra battaglia non si è fermata neppure di fronte ai tribunali. Dopo la mancata ammissione del Coordinamento alla Conferenza di Servizi e la proroga che la Regione Puglia ha concesso alla Newo, qualche sospetto su questo epilogo lo avevamo avuto, ma ci eravamo un po’ illusi dopo la sentenza della Corte di Giustizia UE che sanciva la Valutazione del Danno Sanitario deve essere parte integrante di un processo di autorizzazione di un impianto.
La decisione della Cassazione pone un punto fermo sulla questione giuridica, ma non sulle battaglie future. Il nostro impegno continuerà a sensibilizzare l’opinione pubblica e a vigilare sulla corretta gestione dei rifiuti.
L’inceneritore Newo è una vittoria per il business, non per i cittadini
La decisione di portare avanti questo impianto, nonostante tutti i rischi, è stata evidentemente assunta per favorire interessi economici. Non è pensata per rispondere alle esigenze dei cittadini, né per affrontare i problemi di smaltimento dei rifiuti in maniera sostenibile.
L’Europa ci chiede di puntare sulla raccolta differenziata, sul riciclo, sulla riduzione dei rifiuti. Questo impianto va contro ogni principio di economia circolare e sostenibilità, concentrandosi su soluzioni obsolete come l’incenerimento.
Non finisce qui
La sentenza della Cassazione è un duro colpo, ma la nostra battaglia non si ferma. Oltre a continuare a monitorare da vicino lo sviluppo del progetto Newo e sensibilizzare la comunità sui rischi che questo impianto comporta per la salute e l’ambiente, rimane ancora una strada aperta: l’Europarlamento. È qui che possiamo far sentire la nostra voce e tentare di fermare l’inceneritore di Bari.
Se vuoi unirti a noi in questa lotta e contribuire a difendere il nostro territorio, sostieni la Petizione n. 1090/2022 “No Inceneritore No Newo” sul portale europeo. Fa bene alla salute!
Clicca qui per registrarti al portale e sottoscrivi la Petizione n. 1090/2022