Immagino che tu abbia sentito parlare di economia circolare? Un termine che negli ultimi anni ha spopolato nei dibattiti sui temi ambientali e sul futuro del nostro pianeta. L’idea alla base di questa teoria è quella di produrre beni e servizi minimizzando l’utilizzo delle risorse naturali e limitando il più possibile la produzione di rifiuti. Insomma, un modello economico che vuole ispirarsi alla natura, dove tutto è riutilizzabile e nulla viene sprecato.
Le impossibilità dell’economia circolare: un fumetto tutto da piangere
Ma c’è un problema: l’economia circolare sembra essere una chimera senza soluzione. “Le impossibilità dell’economia circolare” sono molte e non possono essere ignorate. Un argomento affrontato dal volume dell’Agenzia Federale Tedesca (Umweltbundesamt, UBA) e Factor X Club, poi sintetizzato con ironia in un fumetto dagli scienziati Christoph Hinske ed Harry Lehmann.
Puoi visionare qui il fumetto in italiano
L’economia circolare è come un puzzle, dove ogni pezzo rappresenta una risorsa e ogni movimento che facciamo deve portare al completamento dell’immagine. Ma cosa succede se ci manca un pezzo? Tutto il puzzle è destinato a rimanere incompleto. L’economia circolare, così come l’economia classica, si scontra con il problema della scarsità delle risorse, soprattutto quelle non rinnovabili. Senza di esse, tutto il sistema va in crisi.
Eppure anche l’opinione diffusa dell’economia circolare sembra voler perseverare in una crescita che, alla fine, porterà al collasso del sistema.
Chiunque crede che una crescita esponenziale possa continuare indefinitamente in un mondo finito, o è matto o è un economista.
Kenneth E. Boulding, economista
E poi c’è il problema della distribuzione delle risorse. Come sappiamo, il mondo non è equo e non tutti hanno accesso alle stesse risorse. L’economia circolare sembra ignorare questo fatto, e cerca di proporre un modello che funziona solo in un mondo ideale, dove tutti hanno le stesse opportunità.
Sosteneva un altro celebre economista John Kenneth Galbraith: “L’economia moderna è una macchina che produce inefficienza in larga scala“. Ma c’è una scomoda verità da divulgare: l’economia circolare sembra aggiungere un’altra inefficienza a un sistema già inefficiente di per sé.
Insomma, l’economia circolare sembra essere una teoria molto bella sulla carta, ma difficilmente realizzabile nella pratica e poco efficace, almeno non nella forma semplice proposta da molti “influencer ambientali”. Strano che lo affermi un comitato ambientalista come il nostro, vero?
Economia circolare: una chimera senza soluzione?
È molto più complesso di quanto sembri, dobbiamo continuare a perseguire l’obiettivo dell’economia circolare, anche se consapevoli delle sue impossibilità attuali. Dobbiamo continuare a cercare soluzioni, a innovare e a cercare di raggiungere un equilibrio tra le risorse naturali e l’economia, senza perdere di vista l’importanza della giustizia sociale.
Per fare un esempio: non basta smettere di guidare veicoli a carburante di origine fossile, dobbiamo anche ridurre drasticamente l’uso dell’auto privata! La preoccupazione non può essere più quella della conversione delle aziende produttrici e la perdita del lavoro di molti operai (che avviene comunque per via dell’automatizzazione delle linee di produzione), ma di come salvaguardare la vita degli umani su questo pianeta, compreso quella degli operai e, soprattutto, dei loro figli.
Non si possono risolvere i problemi con lo stesso tipo di pensiero che li ha creati.
Albert Einstein
Il rischio è che si crei l’illusione di un mondo senza rifiuti e non si attuino le azioni davvero necessarie per creare un’economia sostenibile. Il fine principale è la sostenibilità con conseguente rigenerazione del pianeta. Il riciclo pertanto rappresenta una tessera del mosaico, uno strumento da adoperare assieme ad altri in un quadro organico che non trascuri alcun tipo di ripercussione e veda le varie parti dialogare in una visione sistemica in cui il ben-essere del mondo si sostituisca al ben-avere del singolo.
Economia circolare no, anzi sì
Dobbiamo quindi essere creativi e pensare a soluzioni alternative, come ad esempio la decrescita, che propone un modello economico basato sulla riduzione dei consumi e sulla valorizzazione del lavoro umano, cercando soluzioni innovative e mantenendo l’attenzione sulla giustizia sociale e l’equilibrio ambientale.
In sintesi, la vera economia circolare rappresenta un obiettivo importante per il futuro del nostro pianeta, ma dobbiamo essere consapevoli delle sue complessità. Non è possibile accenderla con un interruttore, ma è realizzabile solo passando da una organica e complessiva riorganizzazione delle produzioni, a partire dalla materia disponibile senza costose ed energivore trasformazioni, stando attenti a limitare il residuo da smaltire, che è la negazione della circolarità.
Non possiamo permetterci di essere fatalisti ma nemmeno limitarci al greenwashing.