Riprendiamo il percorso degli Agenti 00Was7e, osservatori della realtà ambientale, cittadini attenti e che non si accontentano delle risposte facili.
Il progetto Erasmus+ Agent 00was7e: Licence to Recycle -guidato da Ambiente è Vita di Bitonto, con i partner Jugendvision di Stoccarda e For You di Varna- ha recentemente ospitato webinar che hanno messo a fuoco diverse sfaccettature della gestione dei rifiuti in Europa, coinvolgendo 24 giovani da Italia, Germania e Bulgaria.



Questo è un breve resoconto di questi incontri, che presenta una prospettiva che va dalla situazione più critica a un modello ideale, per concludere con un invito all’azione.
🇪🇺 “Agent 00Was7e: Licence to Tecycle” è un progetto cofinanziato dall’Unione Europea attraverso il Programma Erasmus+
Varna: Il lato oscuro del rifiuto
La formazione online inizia con il partner bulgaro For You direttamente da Varna, che ha portato alla luce una realtà inquietante. Grazie alla testimonianza di Iliyan Iliev, fondatore del Public Environmental Center for Sustainable Development (Ecovarna), abbiamo esplorato il problema del traffico illegale di rifiuti nel porto di Varna.
Iliyan, attraverso la sua ONG, coordina progetti ambientali, promuove la raccolta differenziata e l’attivismo civico per spingere il governo a un maggiore controllo. Ecovarna dal 2015 monitora l’importazione di rifiuti in Bulgaria, principalmente da Italia e, in precedenza, dalla Gran Bretagna.
I cementifici bulgari rappresentano la principale destinazione di questi “scarti”, spesso sotto la copertura di operazioni di “utilizzazione”. Nonostante i proclami di combustione pulita, Iliev sottolinea la produzione di ceneri tossiche, diossine, furani e nanoparticelle che finiscono nel cemento senza adeguati controlli.
Ombre nel Porto
Abbiamo appreso che l’incenerimento, oltre a essere una soluzione “pigra” che ostacola riciclo e riduzione, è un business redditizio dove le aziende pagano per smaltire i propri rifiuti. Nel 2024, sono arrivate 14 navi con 70.000 tonnellate di rifiuti nel porto di Varna Ovest.
Abbiamo già parlato del traffico dei rifiuti verso la Bulgaria (soprattutto dall’Italia) in un precedente articolo su questo blog.
Il quadro che emerge è quello di un sistema opaco con scarsi controlli governativi, dove l’interesse economico sembra prevalere sulla salute pubblica e sulla protezione ambientale.
Puoi approfondire gli argomenti leggendo una sintesi della formazione online di Association For You o puoi visionare il video YouTube.

La metafora della “rana bollita”, proposta da Ilyian, che non si accorge del pericolo graduale, descrive bene come la popolazione NON percepisca la gravità della situazione.

Stoccarda: Visioni di un futuro urbano sostenibile
Ci siamo poi spostati virtualmente a Stoccarda, con il webinar presentato da JugendVision, per esaminare un esempio ambizioso di sviluppo urbano sostenibile: l’Echo Village Neckarpark Stuttgart. Begum, coordinatrice del progetto Agent 00was7e per il partner tedesco, ci ha guidato alla scoperta di questo nuovo piano residenziale su un’area di 85 ettari, destinato a ospitare circa 2.000 residenti in 850 unità abitative.
Il Progetto Neckarpark
Il progetto, iniziato tre anni fa con previsione di completamento entro il 2027, punta a essere totalmente ecologico. Tra le tecnologie previste spiccano il riciclo e l’utilizzo di risorse naturali per l’energia. Un elemento interessante è il sistema di recupero del calore dalle acque reflue per riscaldare gli edifici, un progetto di ricerca e sviluppo che da solo costa circa mezzo milione di euro. L’area ospiterà anche scuole e centri educativi sulla sostenibilità.

Nonostante le sfide, come la protezione di specie protette di lucertole sabbiose presenti nell’area, il Neckarpark rappresenta un modello innovativo di quartiere urbano sostenibile, in linea con l’obiettivo del comune di Stoccarda di diventare climaticamente neutro entro il 2035.
Le slide hanno offerto una visione concreta di come si possa progettare e realizzare un futuro più verde in contesti urbani.
Puoi leggere la trascrizione strutturata contenuto qui.
Bitonto: L’attivismo dal basso
Il terzo e ultimo webinar ci ha portato in Italia. Ambiente è Vita ha esplorato il ruolo dell’advocacy e dell’attivismo nella protezione dell’ambiente. Abbiamo iniziato con la storia di AèV, nata nel 2013 dalla preoccupazione per l’aumento della leucemia infantile, presumibilmente legata all’inquinamento causato da una discarica.



Il comitato si impegna in diverse attività, tra cui il monitoraggio del territorio, la mobilitazione dei cittadini contro progetti dannosi (come la discarica Fer.Live), azioni legali e collaborazioni con altre realtà.
Come può agire un Agente 00was7e?
È il momento di passare all’azione per un giovane consapevole! Per questo è stato spiegato il significato di advocacy (azioni per sensibilizzare e mobilitare l’opinione pubblica) e lobbying (attività per influenzare le decisioni politiche). Abbiamo visto esempi concreti di campagne di sensibilizzazione, manifestazioni ed educazione ambientale. Un esempio pratico è stato fornito con la presentazione di un dossier proposto a un’istituzione locale per la costruzione di un bacino di laminazione.
Il contenuto completo è presente qui.
Da non sottovalutare le abitudini di vita quotidiana, per cui non va sottovalutata l’importanza della raccolta differenziata, dei principi della gestione dei rifiuti (prevenzione, riduzione, riuso, riciclo, smaltimento) e di uno stile di vita sostenibile.
Nella sessione finale, è emersa chiara la necessità di un dialogo con i decisori politici e di un impegno attivo da parte dei giovani e delle comunità per tradurre la consapevolezza in azioni concrete.
Un Agente 00was7e non può permettere che non si attui il cambiamento. E il cambiamento parte da ognuno di noi, con piccoli gesti quotidiani e con la mobilitazione.
"Agent 00was7e" è un progetto Erasmus+ co-finanziato dall'Unione Europea. I punti di vista e le opinioni espresse sono tuttavia quelli dell'autore/degli autori e non riflettono necessariamente quelli dell'Unione Europea o dell'Agenzia esecutiva europea per l'istruzione e la cultura (EACEA). Né l'Unione Europea né l'EACEA possono essere ritenute responsabili per essi.